Parliamo degli Eagles, la band di Hotel California.
So che gli Eagles hanno all'attivo 7 dischi in studio - oltre a un'infinità di raccolte e live - ma l'album Hotel California ha venduto 33 milioni di copie ed è considerato il capolavoro della band, cosa che lo rende automaticamente il più rappresentativo del gruppo.
Nel 1971, furono Don Henley e Glenn Frey a fondare il gruppo, a cui si unirono Bernie Leadon e Randy Meisner.
Leadon, che suonava chitarra, banjo e mandolino e preferiva che la band fosse più orientata al genere country, lasciò gli Eagles e fu sostituito dal chitarrista Joe Walsh nel 1975.
La nuova formazione diede vita a Hotel California, che, nel 1976, portò onore e gloria al gruppo, facendolo entrare di diritto tra le superstar della musica.
Ma cosa porta spesso il successo, oltre ai quattrini? Esatto, tensioni e malumori.
Gli Eagles resistettero altri quattro anni (passando attraverso l'abbandono di Meisner, sostituito da Timothy B. Schmit), poi, nel 1980, si presero una pausa.
Una pausa, sì, perché ufficialmente la band non si sciolse, ma per vedere riunito il gruppo si dovette attendere il 1994.
Durante questo periodo di riflessione, le aquile volarono da sole.
Joe Walsh
Joe Walsh pubblicò in quel lasso di tempo ben sei album.
I primi due, There Goes the Neighborhood (1981) e You Bought It – You Name It (1983), ebbero un discreto successo.
The Confessor, album del 1985, fu accolto male dalla critica, ma raggiunse comunque la posizione 65 della Billboard 200.
Sorte peggiore per Got Any Gum? (1987), Ordinary Average Guy (1991) e Songs for a Dying Planet (1992), che non ebbero nemmeno successo di pubblico.
Walsh continuò poi la sua carriera con gli Eagles, ma nel 2012 pubblicò un nuovo album da solista, Analog Man, e si prese una bella rivincita, raggiungendo la 12° posizione della classifica degli album e ottenendo recensioni un po' più favorevoli.
Parlando di Walsh, permettetemi una piccola digressione: dal 2008 è il cognato di Ringo Starr, avendo sposato Marjorie Bach, la sorella dell'attrice Barbara, moglie dell'ex Beatles. Wow, che cene di famiglia interessanti.
Timothy B. Schmit
Anche Timothy B. Schmit pubblicò tre album da solista: Playin' It Cool, Timothy B e Tell Me the Truth. Scarso successo popolare, ma si tratta pur sempre di lavori di un grande artista.
Tra un album e l'altro, Timothy suonò il basso e fece i cori durante la registrazione in studio di dischi di altri artisti, come Crosby, Stills and Nash, Don Henley, Jars of Clay, America, Sheena Easton e Toto. È sua la voce nella parte finale di Africa dei Toto.
Con questi ultimi, andò anche in tour nel 1982.
Nel 1992, fece parte (insieme a Joe Walsh) della Ringo Starr & His All-Starr Band, supergruppo live fondato dall'ex Beatles.
Don Henley
Parlando di successo commerciale, andò decisamente meglio a Don Henley con i suoi tre dischi, che scalarono la classifica americana.
Il primo è un lavoro del 1982, I Can't Stand Still, arrivato alla posizione numero 24 nella classifica degli album.
Building the Perfect Beast, due anni dopo, fece ancora meglio, piazzandosi in 13° posizione e conquistando anche la chart inglese.
L'ultimo album, The End of the Innocence (1989), raggiunse l'ottava posizione.
Da questi tre album sono stati tratti singoli di grande successo. Uno tra tutti è The Boys of Summer, primo estratto da Building the Perfect Beast.
Ho scelto questo brano perché è ancora gettonatissimo nelle programmazioni a tema anni '80.
Il testo è di Don Henley e la musica del chitarrista Mike Campbell dei Tom Petty and the Heartbreakers.
Campbell propose il demo a Tom Petty, che lo rifiutò perché non adatto all'album su cui stava lavorando.
Il testo parla della fine della giovinezza con relativo ingresso nella mezza età.
The Boys of Summer fece vincere a Don Henley, ai Grammy Awards del 1986, il premio per la miglior voce maschile in una canzone.
Il videoclip del brano vinse quattro premi agli MTV Music Awards del 1985: video dell'anno, miglior regia, miglior fotografia e migliore direzione artistica.
La cover più famosa di The Boys of Summer è quella del 2003, pubblicata dalla band statunitense The Ataris. Da ascoltare, per chi se la fosse persa.
Glenn Frey
Altra aquila e altro volo in solitaria.
Glenn Frey è mancato nel 2016 per le complicanze dell'artrite reumatoide diagnosticatagli nel 2000.
In quegli anni suonava di nuovo con gli Eagles, ma, nel periodo di pausa della band, pubblicò quattro album come solista: No Fun Aloud (1982), The Allnighter (1984), Soul Searchin' (1988) e Strange Weather (1992).
Nel 1984, Frey partecipò alla colonna sonora del film Beverly Hills Cop, con The Heat Is On, il pezzo più di successo del film. Il singolo, infatti, vendette praticamente in tutto il mondo.
Glenn Frey amava cinema e TV e, nel 1985, scrisse un altro pezzo da novanta: You Belong to the City, inserito nella colonna sonora della serie TV Miami Vice. Un singolo di grande successo, che trainò anche l'album in vetta alle classifiche.
Fece, inoltre, l'attore.
Dopo essere apparso come guest star in un episodio di Miami Vice, recitò nelle serie Wiseguy, South of Sunset, Nash Bridges e Arliss. Al cinema è apparso in Let's Get Harry e Jerry Maguire.
Questo era un "breve" riassunto degli anni '80 dei membri degli Eagles. In quanto componenti della band, sono stati tutti inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1998, ma, da soli o in gruppo, il risultato non cambia: possono essere fieri delle loro carriere.
Nessun commento:
Posta un commento